Cuba

Musica, movimento e sguardi. Dio, El Che e amore, o forse, a Cuba, viene prima El Che.

Nei primi anni ’90 l’isola caraibica stava vivendo un momento di transizione, dopo che il blocco sovietico era da poco crollato e con esso gli aiuti che provvedeva per l’isola.

Si parlava molto di Cuba, dei suoi sogni infranti e di quelli futuri, delle sue belle donne e dei sigari, della povertà e dei bambini che sfrecciavano su monopattini di legno tra le vie de L’Havana.

60 anni dopo il viaggio di Walker Evans, Cante riesce nuovamente a ricreare quel romanticismo che troviamo in tutti i suoi lavori.

Salvatore Cante, ispirandosi agli scatti di Evans, ha esplorato i vicoli e le parti fatiscenti de L’Havana e delle persone che vivevano e lavoravano nei suoi angusti spazi.
Ne esce un ritratto che rivela il ritmo della vita e l’orgoglio della sua gente, un viaggio che attraversa tutte le fasi della storia di quest’isola, dall’epoca post-rivoluzionaria, al boicottaggio americano e al successivo crollo economico dei primi anni ’90.

Un contesto che si sposa con i dettagli esaltati dal bianco e nero e da un magistrale uso di lenti fisse e luce naturale. Guardando queste foto si viene colpiti dalla semplicità’ degli sguardi, dalla musica e dall’amore per essa. Felicità e resilienza.

Cuba oggi sta cambiando, la sua anima e la sua grezza autenticità si stanno evolvendo nel bene e nel male grazie all’apertura dei rapporti con gli Stati Uniti.

Queste foto ci riportano in un’era che sembra lontana un secolo nonostante siano passati solamente 25 anni: nelle foto Cuba è fiera, umile e felice e nulla potrà cancellare il valore storico di questi scatti.

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